Conciliare studio e lavoro: l’esperienza di Giovanni

Decidere di intraprendere un percorso universitario è una scelta che denota maturità e consapevolezza.
Si sceglie, infatti, di investire energie, tempo e risorse in un progetto dalla durata più o meno lunga, con la speranza di raggiungere un ambizioso obiettivo che solitamente facilita l’ingresso nel mondo del lavoro.

Al giorno d’oggi esistono moltissimi studenti che si dividono tra il lavoro e lo studio, così come non sono rare le persone che decidono di investire parte del proprio tempo in un percorso di studi universitario che si svolge in parallelo all’impiego lavorativo già avviato da anni.

È il caso del nostro collega Giovanni Sabatini, che da dieci anni lavora in Siav come Support Engineer e che, da qualche tempo, sta brillantemente superando gli esami del corso di Laurea in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Padova.
In questa intervista, Giovanni racconta la sua lunga esperienza in Siav, costellata di momenti di crescita e soddisfazione, e di come sia in grado di conciliare la quotidianità lavorativa con quella che lo vede impegnato come studente part-time.

Buona lettura!

L’intervista 

1. Raccontaci chi sei, qual è il tuo ruolo in Siav e quali sono le tue principali responsabilità.

Mi chiamo Giovanni Sabatini, ho 28 anni, sono un fan del Rock’n’Roll e tifo Toro! Lavoro nel reparto Customer Care e le mie principali responsabilità riguardano l’evasione delle richieste dei clienti per i quali sono referente, l’affiancamento alle nuove risorse e la manutenzione di alcuni strumenti aziendali.

2. È passato qualche tempo dall’inizio della tua esperienza in Siav.
Come è stato il percorso fino a oggi? Qual è il ricordo più bello che conservi e, se c’è stato, l’ostacolo più grande che hai dovuto superare? 

Sono arrivato in Siav nel 2011, due mesi dopo il diploma: non avevo mai lavorato prima. Il passaggio dalla scuola all’ufficio è stato abbastanza traumatico: ambientarsi in un mondo di adulti e di responsabilità è stato sicuramente l’ostacolo più grande da superare.

Il ricordo più bello che conservo, invece, è una sensazione. Si tratta di quando ho percepito per la prima volta la fiducia e la considerazione anche da parte dei tecnici più esperti: l’old school, come mi piace chiamarli. Ho capito che stavo lavorando bene: è stato molto importante per me.

3. Durante questa collaborazione hai scelto di continuare a seguire un percorso di studi. Di che percorso si tratta? Come mai questa scelta?

Sentivo il bisogno di sfruttare al meglio il poco tempo libero a disposizione: decisi di impiegarlo studiando. Mi iscrissi a Scienze della Comunicazione in quanto, per me, rappresenta il punto d’incontro fra due mondi che da sempre mi affascinano: quello della tecnologia e quello delle relazioni sociali. Si tratta di un percorso di studi spesso additato come poco concreto o inutile: non è così. La definizione di sociologia che preferisco è “scienza che studia l’azione sociale”: personalmente, fatico a trovare qualcosa di più concreto di un’azione.

Il nostro collega Giovanni, Support Engineer di Siav

4. Com’è conciliare attività lavorativa e studio?

Ovvio dire che impegno e costanza sono fondamentali, ma sono i due soliti ingredienti che già impieghiamo in qualsiasi altro ambito: nello sport, nel suonare uno strumento, nel coltivare una passione. Tutte attività che, come lo studio, sono impegnative ed essenziali per migliorare.

5. Raccontaci dell’ultimo progetto universitario, che ha avuto come protagonista “Siav”.

L’esame di Comunicazione Multimediale richiedeva di scegliere un’azienda e di progettarne logo, poster e spot pubblicitario. Ho scelto Siav e il tema della conservazione digitale. Prima di questo corso non avevo alcuna esperienza come grafico o videomaker. A prima vista, i progetti che ho presentato possono sembrare banali (sicuramente un amatore avrebbe raggiunto un livello tecnico migliore), ma ci sono numerosi riferimenti e astuzie difficilmente inseribili senza un percorso di studi accademico.

L’idea principale dietro ognuno dei tre progetti è quello di indicare Siav come sinonimo di “conservazione digitale”, sottolineando tutta l’esperienza dell’azienda in questo ambito. Credo che il poster sia il progetto meglio riuscito.

Un estratto del progetto d’esame in Comunicazione Multimediale

6. Quali consigli daresti a chi vuole intraprendere un percorso di studio parallelo a quello lavorativo?

Fatelo. Sia l’università sia l’azienda forniscono strumenti per conciliare i due percorsi, anche se non sempre le informazioni sono facili da reperire.
Io sono iscritto come studente a tempo parziale, modalità che prevede la distribuzione del percorso di studi, e relative tasse universitarie, su un arco temporale di 6 anni. In vista di un esame sfrutto i permessi di tipo studio ed esame.

Scegliere di intraprendere un percorso di studi in parallelo a quello professionale è sicuramente una scelta sfidante ma che, se preceduta da opportune valutazioni, può essere fonte di grandi soddisfazioni.

In questo caso, la testimonianza di Giovanni è una conferma di come forza di volontà e motivazione consentano di definire degli obiettivi chiari e fungano da vera e propria benzina per raggiungerli.