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RIUSO SOFTWARE PA

Lo scorso mese di maggio, dopo il consueto periodo di consultazione pubblica, AgID ha emanato le “Linee Guida su acquisizione e riuso di software per le pubbliche amministrazioni”, in attuazione degli articoli 68 e 69 del Codice dell’Amministrazione Digitale.

Esse trattano due argomenti diversi ma correlati tra loro:

  1. stabiliscono le modalità ed i criteri con i quali un’amministrazione deve effettuare la valutazione comparativa per decidere le modalità di acquisizione di un software (in riferimento all’art. 68 del CAD – “Analisi comparativa delle soluzioni”);
  2. definiscono il percorso attraverso il quale le pubbliche amministrazioni mettono in riuso e riusano componenti di software applicativo (in riferimento all’art. 69 del CAD – “Riuso delle soluzioni e standard aperti”).

L’elemento di correlazione tra i due temi è rappresentato dal fatto che l’art. 68 del CAD individua nel riuso una delle modalità preferenziali di acquisto di software da parte di una PA.

Il riuso, prima dell’entrata in vigore delle nuove linee guida, era basato sul catalogo nazionale dei programmi riutilizzabili nella Pubblica Amministrazione gestito dall’AgID, abrogato dalle nuove linee guida. Le amministrazioni cedenti in riuso avevano la possibilità di pubblicare su tale catalogo i riferimenti documentati alle applicazioni di cui erano proprietarie. Le amministrazioni riusanti, a valle di un processo che passava attraverso la valutazione dell’indice di riusabilità determinato dall’AgID, e la determinazione degli indici di adeguatezza e di convenienza economica, definivano un vero e proprio contratto di riuso con le amministrazioni cedenti nel quale venivano indicati la tipologia e le modalità di riuso e le componenti applicative oggetto di riuso.

Le nuove linee guida delineano un percorso radicalmente diverso.

Tale percorso è sinteticamente descritto di seguito.

Amministrazione cedente

  • acquisisce la titolarità di tutti i diritti di proprietà intellettuale e industriale sul software commissionato;
  • individua un tipo di licenza aperta;
  • individua una piattaforma di code hosting;
  • pubblica sulla piattaforma di code hosting scelta il codice sorgente del software acquisito e la relativa documentazione tecnica utilizzando la licenza aperta individuata;
  • registra il software sulla piattaforma “Developers Italia” dove viene indicizzato e reso visibile alle altre PA.

Amministrazione riusante

  • individua il software di cui ha bisogno all’interno di “Developers Italia”;
  • acquisisce ed utilizza il software senza la necessità di sottoscrivere alcun contratto con l’mministrazione cedente grazie alla presenza di una licenza aperta;
  • effettua una valutazione dello stato del software e dell’applicabilità al proprio contesto;
  • effettua eventualmente le personalizzazioni necessarie;
  • diventa amministrazione cedente e rilascia, quindi, il relativo codice sorgente sotto licenza aperta nelle modalità sopra descritte.

Vorremmo porre l’attenzione su due aspetti che emergono da questa nuova modalità di gestione del riuso applicativo.

C’è una stretta relazione tra riuso e open source: le amministrazioni saranno obbligate ad utilizzare licenze aperte per rilasciare il software di cui sono proprietarie e dovranno prendere dimestichezza con le piattaforme di code hosting. Nell’Allegato A delle linee guida vengono riportate alcune tra le più diffuse tra esse che rispondono ai requisiti delle linee guida.

C’è la volontà di facilitare, e quindi incentivare, il riuso riducendo al minimo le interazioni tra l’amministrazione cedente e quella riusante. Tale obiettivo ha ricadute sicuramente positive sulla semplificazione e velocizzazione del processo complessivo. Va però tenuto in considerazione anche un altro aspetto: relativamente ad uno specifico tema, le amministrazioni non hanno solo la necessità di condividere il software applicativo attraverso il riuso. Esse hanno altresì la necessità di condividere la propria esperienza, le best practices, l’approccio, i risultati ottenuti, i miglioramenti resisi necessari nelle fasi di esercizio, insomma il “progetto” in tutti i suoi aspetti multidisciplinari.

Alle azioni contenute nelle linee guida finalizzate ad ottenere vantaggi di efficienza attraverso la semplificazione del processo di riuso, dunque, andrebbero affiancate altrettante iniziative di impulso ad un dialogo tra amministrazioni finalizzato alla condivisione di esperienze e progetti di successo.